E’ bene premettere prima di fare un’analasi sulla storia ed evoluzione del doping che un campione rimane tale con o senza doping. Che il ciclismo agonistico è lo sport più faticoso e logorante che ci sia. Che ridurre la fatica aiuta si a migliorare le prestazioni, ma anche a sopportare dolore e sfinimento. Il doping è nato con il ciclismo. per le ragioni dette innanzi. Ma il doping genralizzato livella i valori e costringe anche i campioni ad adeguarsi. se non vogliono che un corridore mediocre possa competere con loro. Come dicono scienziati e medici rilevare nuove forme di doping è difficle e quasi sempre lo si fa in ritardo. Ovvero la scienza insegue il doping, ancora prima di identificarlo. Il caso più famoso è stato negli anni ottanta l’uso di massa della Eretropoietina detta comunemente EPO. Ci sarebbero voluti anni primma che il protocollo antidoping la determinasse con successo. Ma ogni età ha avuto il suo doping. Moser un giorno disse è impensabile che una persona può fare tre settimane di gare a tutta solo a pane e salame. Fanini patron di Amore & Vita affermò, a proposito del ritorno in Italia del Giro che aveva fatto un paio di tappe in Grecia, ‘se ci avessero fatto un antidoping allo sbarco dalla nave, avrebbero chiuso quel giro li’. Coppi e Bartali ci scherzarono pure su in un celebre duetto al musichire. Ullrick e Amstrong hanno confessato anni dopo che le loro vittorie al Tour erano ottenute con l’EPO, ma che non potevano sottrarsi dal prenderlo perchè lo assumevano tutti e sarebbero stati inghiottiti dalla mediocrità. Dell’epo studi scientifici hanno calcolato in 5, 4 % il miglioramento che apporta, ovvero la differenza tra un primo della classifica e un corridore di metà gruppo. Furono i nostri atleti dello sci di fondo maschile e femminile i prima a sperimentare la magnificenza dell’eretropoietina, che li trasmorò da comprimari in campioni olimpici e mondiali. Non ci mise molto il ciclismo a fare propria la meraviglia. Così corridori che pesavano più di 80 kg. si misero a volare in salita e squadre che vincevano a fatica a collezionare più di venti vittorie a stagione appena iniziata. Casagrande, Massi della Cofidis. Probabilmente all’inizio nessuno percepiva l’epo come doping, ma come un evervit più efficace. Risultati come quelli accennati prima, ma anche medie che salivano vorticosamente non potevano non mettere dubbi in chi sapeva di ciclismo. Di persona mi disamorai un po’ del ciclismo, quando vidi un certo Caruaso vincere la Tre Valli alla media dei 46, quando Merckx la vinceva a 37 di media. Ma essendo tutti partecipi, tutti fingevano di non accorgersi, e qualcuno purtroppo ancora oggi nega il fatto che lo ha visto protagonista.
Fu il Tour de France del 1998 a fare da spartiacqua definitivo. Fin li i casi di positività all’epo erano incerti perchè il limite individuale era stato investigato poco e ancora si poteva giocare sulla scusa ‘io ce l’ho sempre avuto così’. Tre giorni prima del via del Tour del ’98, il massaggiatore della Festina, il top team del momento, fu fermato alla dogana svizzera con l’auto imbottita di sostanze dopanti. Subito cominciò il rimpallo di responsabilità tra lui, il direttore sportivo e il manager. La suqdra fu squalificata e di li a poco si sarebbe disciolta. Ma non bastò, la gendarmeria esercitò su quel tour una pressione feroce, con pequisizioni a sorpresa ad ogni ora del giorno e della notte, che mise sotto stress tutta la carovana. Finchè a Aix Les Bains la Once, la Banesto, la riso Scotti si ritirarono dal Tour. Purtroppo l’unico metodo per ottenere risultati contro l’epo sono i controlli a sorpresa, perchè è rilevabile solo per pochi girni dopo l’assunzione, mentre gli effetti durano per settimane. Così i medici hanno iniziato a studiare tabelle per eludere i controlli antidoping. Inoltre i valori di ematocrito individuali sono diversi tra persona e persona ed alcuni hanno per natura valori che sfiorano il limite consentito. Chi supera il 50% è comunque considerato dopato perchè per natura quel valore è irraggiungibile. E qui non può non saltar fuori il nome di Pantani. Ovviamente io non conosco la verità, so per certo che Pantani avrebbe vinto comunque, fin da ragazzino faceva la differenza anche solo sui cavalcavia. Ma da subito, oltre a professarsi innocente, accusò un trauma psicologico irreparabile chiedendosi perchè solo a me hanno destinato questo trattamento. In effetti Amstrong, Urllich e chissà quanti altri allora l’avevano fatta franca.
Da rimarcare e ricordare anche la data del 2 GIUGNO 1969 quando il più grande campione di tutti i tempi fu squalificato dal giro d’Italia perchè positivo alla fenfamcamina, anche lui tra le lacrime e lo sconforto si professò innocente.
Breve storia del doping nel ciclismo. Fin dai primi giorni i corridori cercarono qualcosa che li sollevasse da quella sofferenza. Non dimentichiamo che per qualche decennio le gare e le tappe potevano superare i 400 km. Percorsi con bici di 20 kg. circa, senza cambio e su strade dissestate se non proprio in alcuni tratti mulattiere. Nei primi decenni le sostanze più utilizzate erano gli estratti di coca, oppure bevande a base di solfato di stricnina, quando non addirittura iniezioni di canfora. In una gara del 1879 i corridori usarono caffeina, zucchero disciolto in etere ed altre bevande a base di alcool e di nitroglicerina. Dal dopoguerra agli anni 60 le sostanze più usate furono le anfetamine che venivano accettate senza troppi problemi. Ogni campione aveva il suo medico personale che si occupava della sapiente preparazione degli intrugli . Visto che c’erano, Coppi e Anquetil soffiarono pure le mogli ai mediconzoli. La drammatica sorte di Kurt Jansen alle olimpiadi del ’60 a Roma e soprattuto di Tom Simpson al tour del 1967 stroncati da collasso in gara, fecero diventare i controlli antidoping costanti e meno tolleranti. Oggi il doping è superato? Come dicono i ricercatori, i medici inseguono il doping, non lo prevengono. Ci saranno sempre più, con il progredire della scienza, sostanze invisibili, finchè non vengono scoperte, che aiuteranno i ciclisti. Nel 2024 in una gara open a Villena (Spagna) l’arrivo a sorpresa della commissione antidoping e relativo annuncio di un controllo su tutti i partecipanti all’arrivo, ha causato 130 ritiri preventivi su 182 partenti. Tutto questo non inficia, lo ribadiamo a chiare lettere, la grandezza dei miti del ciclismo, di quei campioni che hanno fatto la storia di questo sport. Forse si saranno dovuti adeguare, ma sono le prime vittime del doping, perchè se non fosse esistito la loro stella sarebbe stata ancora più luminosa.

Lascia un commento